venerdì 4 luglio 2014

Twin Peaks - La sospensione, le proteste e il "finale" della serie



Nonostante la rivelazione e la morte dell'assassino di Laura Palmer, David Lynch e Mark Frost tentarono di far proseguire Twin Peaks, ma a causa del crollo degli ascolti, la seconda stagione del telefilm fu prima interrotta bruscamente, per poi riprendere in modo da concludere la trasmissione delle ultime puntate, fino a essere definitivamente cancellata dai piani di produzione della ABC, il network responsabile della sua realizzazione e messa in onda negli USA.


Uno dei tanti segnali per il pubblico statunitense che le cose per Twin Peaks non stavano andando bene, provenne dal cambiamento del tipo di spot pubblicitari inseriti all'interno delle puntate del telefilm: "Gli affezionati (19 milioni alle ultime puntate) si sono accorti che qualcosa non andava già da un paio di mesi, quando al posto degli spot commerciali - le aziende all'inizio si davano battaglia per ottenere quella collocazione - è comparsa una pubblicità progresso sulla lotta ai tumori" (cfr. l'articolo Ascolto giù e la tv USA lo cancella, senza firma, L'Unità, 19/02/1991).


Sempre all'interno degli spot pubblicitari, nella serata di sabato 16 febbraio 1991, accadde qualcos'altro che destò sospetto negli spettatori: "Il requiem per gli appassionati è suonato alla sedicesima puntata delle 22 già programmate per la stagione: i fedelissimi se ne sono accorti imbattendosi in uno spot-progresso per la lotta ai tumori al posto della consueta pubblicità del successivo episodio. Le reazioni non si sono fatte aspettare: "Meritava sorte migliore", ha commentato il critico di Usa Today, Matt Rousch. Deluso Boyd Britten, disc jockey di Los Angeles che guardava la serie perché "finalmente la tv ci faceva vedere qualcosa di strano". Niente da fare: buttati a mare i telespettatori ipnotizzati dalle magie di Twin Peaks, i programmatori della Abc cercheranno di riempire più proficuamente due ore di vuoto con vecchi e nuovi film" (cfr. l'articolo Muore Twin Peaks, di R. S. S., La Stampa, 19/02/1991). Al posto di Twin Peaks, la sera di sabato 23 febbraio sulla ABC, andò infatti in onda il film Codice Magnum (1986) con Arnold Schwarzenegger, e una dichiarazione ufficiale della rete televisiva, citata dai giornali italiani, spiegò che il telefilm era stato "cancellato a tempo indeterminato" (cfr. il sopracitato articolo Muore Twin Peaks).


Oltre a perdere continuamente spettatori, le puntate della seconda stagione successive alla rivelazione dell'assassino, non convinsero del tutto neanche lo stesso Lynch, che non gradì nemmeno l'evoluzione del personaggio di Dale Cooper, interpretato da Kyle MacLachlan, attore che Lynch aveva diretto anche in Dune (1984) e Velluto Blu (1986), instaurando con lui un rapporto di stretta collaborazione e amicizia, così descritto dal cineasta: "Lui mi piace, può darsi che sia una specie di mio alter ego. Però la prassi, naturalmente, vuole che si scelga la persona giusta per quel ruolo. È questo il tuo obbiettivo. Morale: Kyle può anche essere un amico, ma se non va bene per la parte purtroppo non l'avrà" (cfr. David Lynch, In acque profonde - Meditazione e creatività, Mondadori, 2008, pag. 79). Malgrado la stima reciproca tra il regista e MacLahclan, così Lynch, in merito a Twin Peaks, si è espresso sull'attore e sul personaggio di Cooper:
Kyle ha una passione per certi aggeggi. Ad esempio un certo tipo di accendino, o un certo tipo di coltello, o quei serramanici con annessi cacciaviti e altre cose del genere. (...) E poi fa un sacco di facce da bambino allegro, se lo lasci per conto suo. Fece confluire tutti questi elementi nel personaggio, e recitando sé stesso contribuì molto alla creazione di Cooper. C'è però un aspetto di Kyle che contrasta con Cooper. Non dico che non "fosse" Cooper quando era diretto da altri registi, ma qualche volta dovevo incitarlo a ingranare una marcia diversa. È il suo carattere, ogni tanto tende a rilassarsi un po' troppo, o a farsi serioso e a perdere l'energia, la prontezza e la vivacità che invece ha Cooper. Bisogna fare attenzione, perché ci sono molti altri elementi in Kyle che non appartengono a Cooper. Come in una scultura, devi scalpellare via tutte le parti di troppo. (cfr. Lynch secondo Lynch di Chris Rodley, Baldini & Castoldi, 1998, pag. 237).
Per me, nella seconda stagione, Cooper cessava di essere al 100 per cento "cooperiano": indossava quelle camicie di flanella e tutto il resto! Probabilmente a qualcuno piaceva così. (cfr. il sopracitato libro di Rodley, pag. 253).
Dale Cooper (Kyle MacLachlan)

Analogamente al cineasta, anche MacLachlan si è più volte espresso in modo critico nei confronti di Lynch, in particolare in merito al film prequel di Twin PeaksFuoco cammina con me (1992), contestandone gli eccessivi toni espliciti e cruenti, ritenuti, dall'attore, in contrasto con le atmosfere del telefilm (cfr. il documentario con le interviste agli attori, inserito nel dvd del film edito da Cecchi Gori nel 2003).

A parte MacLachlan, Lynch ha lasciato intendere che anche con altri attori del cast di Twin Peaks, durante le riprese della seconda stagione del telefilm, ci siano stati problemi:
La speranza è che tutti gli attori siano coinvolti al 100 per cento. Alcuni lo erano, altri no. Cominci a conoscere veramente la gente con cui hai a che fare soltanto nella seconda stagione. La serie ebbe tanto successo che la cosa più ovvia, per molti di loro, fu buttarsi sul cinema. In seguito si accorgono di essersi accollati anche una serie tv, e dato che non tutti compaiono in ogni episodio, cominciano a provare un senso di frustrazione e a uccidere la gallina dalle uova d'oro. Avrebbero potuto fare tutto il resto pur rimanendo fedeli alla serie e coinvolti fino in fondo. Io non voglio contrariare nessuno, ma è difficile essere sinceri senza irritare la gente. (cfr. il sopracitato libro di Rodley, pag. 256).
(fonte)

A tutto ciò si aggiunsero i problemi che il telefilm ebbe nel dover affrontare i vari e spesso diversi criteri di censura televisiva dei paesi esteri che lo trasmisero. In particolare fu l'Inghilterra la nazione dove la serie scatenò molte polemiche, perché contestata da associazioni femministe - le quali avevano già protestato contro Lynch, manifestando contro i cinema che proiettarono Velluto Blu - e da un articolo di Suzanne Moore sul Guardian, che accusarono Lynch di misoginia e di accanirsi contro le donne. Queste le parole che la Moore rivolse contro Twin Peaks: "Ciò che mi preoccupa di Lynch è che l'innato desiderio di morte dell'american dream viene consumato sul corpo delle donne. Così come fanno i surrealisti, Lynch usa le donne per rappresentare l'inconscio stesso. Al contrario, ecco l'agente Cooper, sempre in controllo, discepolo di quella famosa scuola "donne, che tipi strani" che dipana l'enigma, l'interesse necrofilo intorno al cadavere di Laura. (...) E mentre il corpo martoriato di Laura Palmer diventa proprietà pubblica, Lynch o il suo agente Cooper si divertono un mondo ad assaporare le loro belle torte di ciliegie" (cfr. l'articolo Intanto a Londra le femministe accusano Lynch..., di Alfio Bernabei, L'Unità, 9/01/1991).


Radiocorriere TV n. 44, novembre 1992

Malgrado queste contestazioni, il personaggio di Laura Palmer (interpretato da Sheryl Lee) fu destinato a suscitare tutt'altro tipo di effetto su una parte del pubblico femminile. In seguito all'uscita del film
Fuoco cammina con me - opera che tra i suoi temi principali ha l'incesto e i devastanti effetti psicologici che esso ha su di una ragazza che lo subisce - molte giovani ragazze, vittime di violenze sessuali da parte dei propri padri, scrissero delle lettere a Lynch perché "nonostante il fatto che la perpetrazione di incesto e figlicidio fosse rappresentata nella forma astratta del Killer Bob, tale rappresentazione fu ritenuta fedele all'esperienza soggettiva" (cfr. l'introduzione al sopracitato libro di Rodley, pag. 13). Anche l'attrice Sheryl Lee ha dichiarato che, in seguito all'uscita del film, molte donne realmente vittime di incesto l'hanno avvicinata, per dirle che erano grate che quel film fosse stato realizzato, in quanto le aveva aiutate molto a riflettere e a liberarsi di ciò che avevano subìto.

Tornando alle polemiche suscitate in Inghilterra, va ricordato come venne duramente criticata anche la settima puntata della seconda stagione, in cui viene uccisa la cugina di Laura, la cui messa in onda provocò numerose telefonate di protesta contro la BBC (il network che trasmise il telefilm in Inghilterra) per la violenza dell'omicidio della donna, avvenuto in una scena nella quale, secondo l'organo di vigilanza delle trasmissioni televisive (Broadcasting Standards Council), le "immagini hanno superato ogni limite accettabile" (cfr. il trafiletto anonimo Gran Bretagna: Twin Peaks sotto accusa, L'Unità, 27/04/1991).

L'Unità, 22/01/1991

Come se tutto ciò non bastasse, la serie dovette anche fare i conti con le continue edizioni straordinarie dei telegiornali di tutto il mondo che, nei primi mesi del 1991, fornivano notizie e aggiornamenti sulla
Guerra del Golfo tra le forze alleate agli USA e l'Iraq. L'attenzione degli spettatori, in molti paesi, finì quindi per spostarsi verso i programmi che si occupavano del conflitto bellico, trascurando di conseguenza Twin Peaks e tanti altri telefilm o trasmissioni di altro genere.

La Guerra del Golfo sul Televideo della Rai.
Schermata del 10 febbraio 1991, trasmessa su Raidue alle ore 7:00.
Foto personale di materiale del mio archivio.

Malgrado tutte queste circostanze negative, negli USA le persone più affezionate a
Twin Peaks si mobilitarono per chiedere all'ABC di riprendere la trasmissione della serie. Tra i tanti gruppi di appassionati che si attivarono, meritano di essere ricordati i COOP (Citizens Opposed to the Offing of Peaks, "Cittadini che si oppongono alla cancellazione di Peaks"), il cui acronimo era analogo al soprannome ("Coop", pronunciato "Cup") con cui l'agente Cooper era chiamato dai suoi amici e colleghi nel corso dell'edizione originale della serie e del film prequel.

Il telefilm riprende ad andare in onda il 28 marzo, ricollocato al giovedì sera, giorno molto più gradito a Lynch, che così commentò questa scelta dell'ABC: "Tutti sanno che i fedeli di Twin Peaks sono patiti delle feste (...) Facevano un sacrificio a stare in casa durante il week-end. Se la serie riprenderà in un giorno feriale, come hanno detto, sarà l'occasione per organizzare dei "Twin Peaks parties" in mezzo alla settimana" (cfr. il sopracitato articolo Ascolto giù e la tv Usa lo cancella, L'Unità). Per celebrare il ritorno in tv di Twin Peaks al giovedì, venne realizzato un ironico spot ispirato al finale del film Il mago di Oz (1939) di Victor Fleming (pellicola molto amata da Lynch e da lui citata anche in Cuore Selvaggio [1990]), dove l'agente Cooper si risveglia da un incubo in cui Twin Peaks era trasmesso al sabato sera.

Dallo spot ispirato a Il mago di Oz

Tuttavia le cose non vanno bene nemmeno stavolta e dopo il 18 aprile 1991, serata in cui va in onda il ventesimo episodio della seconda serie, il telefilm viene nuovamente interrotto a due puntate dalla fine, scatenando ancora proteste da parte degli spettatori più affezionati alla serie, che diffusero il motto "All We Are Saying Is Give Peaks a Chance" ("Ciò che tutti noi stiamo dicendo è di dare una possibilità a Twin Peaks", allusione a un verso della canzone Give Peace a Chance di John Lennon). Dopo quasi due mesi di attesa, gli ultimi due episodi andarono in onda sulla ABC (la quale decise di cancellarne il progetto di una terza stagione) nel corso di un'unica serata, lunedì 10 giugno 1991, presentando dei particolari credits di testa di queste due puntate, poi modificati per la trasmissione nei paesi esteri e per le edizioni home video.


Articolo del Radiocorriere dedicato alla conclusione di Twin Peaks
Dal n. 23 del giugno 1991
Seconda parte dell'articolo del Radiocorriere

Sempre durante la serata del 10 giugno 1991, in Italia, vennero trasmessi su Canale 5 il terzultimo e parte del penultimo episodio della serie, mentre il giorno seguente (11 giugno) vennero programmate la prosecuzione del penultimo episodio e la puntata finale, facendo così di Twin Peaks un telefilm con delle puntate trasmesse a distanza ravvicinata dalla sua prima apparizione negli USA, evento allora ritenuto eccezionale, ma oggi divenuto una prassi comune per
 molti dei telefilm statunitensi di recente produzione.

L'annuncio della penultima puntata per il 10 giugno 1991
Dal Radiocorriere n. 23, giugno 1991
Presentazione dell'ultima puntata per l'11 giugno 1991
Dal Radiocorriere n. 23, giugno 1991

Tuttavia la messa in onda così ravvicinata delle ultime due puntate ha delle conseguenze negative sull'edizione italiana, poiché viene commesso un grave errore di traduzione nell'ultimo episodio, durante la scena in cui Sarah Palmer (la madre di Laura) viene condotta dal dottor Jacoby al locale in cui lavora Shelly, per comunicare un messaggio al maggiore Briggs.
Nella versione italiana, Sarah, con una voce alterata a sottolineare la sua probabile possessione da parte di qualche spirito della Loggia, dice a Briggs: "Mi trovo nella Loggia Nera con Windom Earle"; a queste parole fa seguito uno stacco di montaggio e l'inquadratura del corridoio della Stanza Rossa, accompagnata dalla voce del nano che dice "Annie, ti sto aspettando".
Nella versione originale invece Sarah, sempre con la voce alterata, dice a Briggs: "Sono nella Loggia Nera con Dale Cooper"; dopo questa affermazione le parole pronunciate dal nano sono le seguenti: "Ti sto aspettando", lasciando così intendere che sia il maggiore Briggs ad essere atteso all'interno della Loggia.

La versione originale di questa scena - molto importante alla luce degli eventi mostrati nel corso della terza serie di Twin Peaks - è reperibile a questo link di youtube, mentre la versione italiana in quest'altro video.

L'incontro tra Sarah e il maggiore Briggs
"Ti sto aspettando"

Riguardo all'ultima puntata di Twin Peaks
che turbò molti spettatori del telefilm spiazzandoli con un finale negativo, Lynch, che ne curò personalmente la regia e ne riscrisse la sceneggiatura, criticò la preparazione da parte dei suoi collaboratori di quell'episodio e provò a rassicurare il pubblico, spiegando che:
La parte sulla Stanza Rossa secondo me era tutta sbagliata. Non stava in piedi, perciò la modificai. Molte delle altre sezioni erano già state iniziate ed erano incanalate su una certa rotta, quindi dovevano proseguire così. Però puoi sempre dirigerle a modo tuo; in ogni caso quell'ultimo episodio mi piace davvero molto. (..) Là dentro c'erano due Coop, e quello che emerse andava, per così dire, d'accordo con Bob. (...) La verità è che [Cooper] non ha perso alcun controllo. L'idea è quella del doppelgänger: ognuno possiede due lati. Cooper viene posto in contrapposizione con sé stesso. La gente fu seriamente turbata dal fatto che la serie si concludesse con un Cooper malvagio, sul quale Bob aveva avuto la meglio. Ma non era quella la vera conclusione; era solamente il finale della seconda stagione, quello gettato in pasto al pubblico. Se la serie fosse proseguita... (cfr. il sopracitato libro di Rodley, pag. 254-255).
Dal "finale" della seconda serie

Amareggiato da come erano andate le cose, Lynch non si diede per vinto e decise di tornare a trattare il mondo di Twin Peaks col film Fuoco cammina con me, nel quale, oltre al racconto degli ultimi sette giorni di vita di Laura Palmer, avrebbe voluto inserire alcuni dettagli omessi nel finale del telefilm, realizzando così un lungometraggio che fosse sia un prequel sia un sequel della serie tv. Purtroppo, a causa dell'eccessiva lunghezza totale delle riprese effettuate, Lynch fu costretto a tagliare molte scene, ritenute a lungo perdute o irreperibili, che hanno finalmente visto la luce il 29 luglio 2014, pubblicate col titolo "The Missing Pieces" ("I pezzi mancanti") e con una durata di circa 90 minuti, all'interno dell'edizione in cofanetto blu-ray dell'intera serie e del film. Di The Missing Pieces è disponibile una breve anteprima, visionabile a questo link.


Twin Peaks si accinge dunque a riservarci nuove sorprese...

N. B. Altri articoli su Twin Peaks pubblicati all'interno di questo blog, sono disponibili ai seguenti link:

http://alemontosi.blogspot.it/2014/06/david-lynch-e-lideazione-di-twin-peaks.html

http://alemontosi.blogspot.it/2014/06/david-lynch-twin-peaks-e-il-giappone.html

http://alemontosi.blogspot.it/2014/06/twin-peaks-dal-successo-alla-prematura.html


http://alemontosi.blogspot.com/2014/07/fuoco-cammina-con-me-1992-il.html

http://alemontosi.blogspot.com/2014/07/twin-peaks-la-scelta-di-sheryl-lee-il.html

http://alemontosi.blogspot.com/2014/07/twin-peaks-note-sui-tagli-fuoco-cammina.html

https://alemontosi.blogspot.it/2016/06/twin-peaks-julee-cruise-la-misteriosa.html

https://alemontosi.blogspot.it/2017/05/federico-fellini-ricordato-e-raccontato.html

https://alemontosi.blogspot.it/2017/07/rod-serling-e-david-lynch-da-ai-confini.html

https://alemontosi.blogspot.it/2017/09/twin-peaks-lanteprima-del-primo.html

9 commenti:

  1. Me lo auguro perché io ero uno di quegli spettatori che amavano la serie e che rimasero molto delusi dal finale della seconda stagione.

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  2. Misogino David Lynch? No: Lynch è un regista che ama le donne, ma in senso batailleano, rivelandone cioè l’anima nera e l’aspetto demoniaco (di cui Laura Palmer è l’emblema tormentato). E in fondo la stessa Moore lo capisce, come dimostra il suo accostamento tra Lynch e il surrealismo. Ma l’agente Cooper non ha davvero il controllo su tutto: diversamente, non finirebbe prigioniero della Red Room e delle sue seduzioni. Questo, d’altronde, è uno dei temi principali di Twin Peaks: come un uomo apparentemente razionale (un FBI!) possa affidarsi all’istinto e a pratiche poco scientifiche (vedi, in uno dei primi episodi, la scena del lancio di sassi per stabilire quasi magicamente gli indiziati dell’omicidio) per risolvere un caso che si situa in una « twiligt zone » (per citare una serie cult che RAI3 ci sta attualmente riproponendo dopo Blob!).

    Concordo invece col regista quando osserva che MacClachlan « andava diretto ». Mi fa pensare a certi attori kubrickiani (Cruise e Rayan O’Neill soprattutto) che davano il meglio solo se a dirigerli era il Maestro. Vero è che il personaggio di Cooper perde smalto e originalità nella seconda serie, dove si « normalizza » - finchè Lynch lo prende per i capelli nel gran finale (che mi ha raggelata e spiazzata, ma non delusa).

    Non avevo mai fatto caso a questa inquietante concomitanza tra la messa in onda di Twin Peaks e la guerra del Golfo. Ad appena undici anni all’epoca, ero piuttosto calamitata dall’evento bellico che dal telefilm. Twin Peaks, per me bambina (e anche parecchi anni dopo), era « roba da adulti » in cui avevo intuito che era meglio non mettere il naso…

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    1. Grazie per il tuo approfondito e interessante commento, Barbara, in particolare per il modo in cui Lynch si occupa dei personaggi femminili.

      Le analogie tra Lynch e Kubrick sono davvero numerose (ne parlerò meglio in un articolo apposito prossimamente), ed è interessante questa analogia che hai colto nel loro modo di dirigere i propri attori, esortandoli a recitare secondo le loro direttive.

      Anch'io, quando ho scritto l'articolo, ho finito per ripensare a quei mesi del 1991 in cui c'erano quelle continue dirette tv sulla Guerra del Golfo, di cui si parlava spesso anche a scuola. Fu un periodo molto particolare.

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  3. Bell'articolo, complimenti.
    Hai rivelato diversi retroscena interessanti.
    Per fortuna, come saprai, adesso un finale oltre il How's Annie? ci sarà :)

    Moz-

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    1. Ti ringrazio per averlo letto e apprezzato.
      Già, con l'annuncio delle nuove puntate sapremo e vedremo come proseguirà la storia! :)

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    2. Prima ci sarà da leggere anche il libro che colma il gap :)
      Poi comunque leggerò anche gli altri articoli, ti aggiungo al mio blogroll^^

      Moz-

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    3. Sì, giusto! :)
      Grazie per avermi aggiunto al tuo blog! ;)

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  4. Non ricordavo che la seconda guerra del golfo fosse iniziata in quel periodo! Pensavo un pò dopo. Comunque davvero interessante questa cronologia della messa in onda della seconda stagione! Mi ha stupito qualche anno fa leggere della data di trasmissione della seconda stagione da noi!

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