domenica 15 giugno 2014

David Lynch e l'ideazione di Twin Peaks



Twin Peaks (1990-1991, o "I segreti di Twin Peaks" come venne ribattezzata in Italia nel 1991) è una delle serie televisive più importanti degli anni '90, sebbene la sua produzione e la sua messa in onda negli USA e in altri paesi (come l'Italia) abbiano dovuto scontrarsi con numerosi problemi, che l'hanno condotta ad una "conclusione" prematura nel 1991. Grazie principalmente al libro-intervista Lynch secondo Lynch di Chris Rodley (edito da Baldini & Castoldi nel 1998 e attualmente fuori catalogo), testo fondamentale per comprendere realmente il regista David Lynch e molte delle sue opere (il libro si interrompe trattando il film Strade Perdute, prodotto nel 1997), si riportano alcuni degli avvenimenti principali che segnarono l'ideazione di questo telefilm di culto che, fin da subito, dovette scontrarsi con obblighi contrattuali, scadenze e imprevisti, a cui Lynch seppe creativamente reagire in modo esemplare.


L'IDEAZIONE


Inizialmente, David Lynch entrò in contatto con Mark Frost, il futuro co-creatore di Twin Peaks, aderendo alla proposta di un produttore della Warner Bros. interessato a fargli dirigere un film su Marylin Monroe, basato sul libro Goddess: The Secret Lives of Marylin Monroe di Anthony Summers e sceneggiato da Frost. Egli si incontrò con Lynch, ma dalla loro frequentazione nacque la sceneggiatura per una commedia, intitolata "One Salive Bubble", che però, come nel caso del film tratto da Goddess, fu un progetto che non riuscì mai a concretizzarsi. Tuttavia i due continuarono a frequentarsi e, come ricordato da Lynch, "a un tratto ci venne in mente l'immagine di un corpo avvolto nella plastica e trasportato dalla corrente di un lago. (...) Fu così che ebbe inizio la cosa" (cfr. Lynch secondo Lynch di Rodley, pag. 223). Va però aggiunto che le immagini del ritrovamento del corpo di Laura Palmer nell'episodio pilota di Twin Peaks, presentano diverse analogie con le scene del ritrovamento del corpo senza vita di una ragazza nel film I ragazzi del fiume ("River's Edge", 1986) diretto da Tim Hunter, compagno di corso di Lynch all'AFI (American Film Institute) e suo grande amico, che in seguito diresse alcune puntate di Twin Peaks. Come chiarito da Lynch, Hunter, in precedenza, gli "aveva mostrato tutti i suoi primi film, davvero straordinari; aveva un'ossessione per i mondi onirici tipo Shangri-las! Faceva delle cose davvero forti ed ero convinto che fosse uno di quelli destinati a sfondare. Sono sempre stato un suo fan". (cfr. pag. 244). Il trailer di I ragazzi del fiume (dal quale emergono anche ulteriori analogie con Twin Peaks) è qui visionabile.



Mentre Lynch e Frost riflettevano sul da farsi, l'agente del regista, Tony Krantz, insistette nel proporre loro di creare qualcosa per la televisione, sebbene essa per Lynch fosse "un medium orrendo, ma Tony continuava a insistere che se io e Mark ci fossimo messi assieme avremmo potuto produrre qualcosa di magico. Così, per scherzo, iniziammo a buttare giù delle idee. Presto ce ne innamorammo e una volta che ti innamori di idee e personaggi non importa più con quali mezzi li esprimi. Non potevamo più liberarcene. Ci presentammo all'ABC e da lì le cose sono andate avanti da sole" (cfr. l'articolo-intervista Twin Peaks di Lorenzo Soria, La Stampa, 8/01/1991). Così Lynch, affascinato dall'idea di una lunghissima storia a episodi, ha ricordato i momenti successivi della preparazione della sceneggiatura dell'episodio pilota della serie, per la quale lui e Frost attinsero anche ai ricordi del periodo in cui il regista viveva nel nord-ovest degli USA, vicino all'Oceano Pacifico:
Inizialmente, il progetto doveva chiamarsi "North Dakota". Ma in quello Stato tutto è deserto e noi volevamo alberi e foreste, così piano piano iniziammo a spostarci nella parte settentrionale della West Coast. Per un po' il titolo provvisorio divenne "Northwest Passage". Ma mentre entravamo nei dettagli di questa cittadina e iniziavamo a immaginare le persone che ci abitavano e quello che facevano, a pensare al lago su cui all'inizio affiora il corpo di Laura Palmer, continuavamo a vedere queste due montagne sullo sfondo. E così è venuto fuori il nome "Twin Peaks". (cfr. il sopracitato articolo di Lorenzo Soria). 
Quando vivevo nel nord-ovest, vicino al Pacifico, ho visto molte cose strane in quelle foreste. Avevo l'impressione che la gente raccontasse solo il dieci per cento di quel che sapeva. Stava a te scoprire l'altro novanta per cento. (...) A Twin Peaks ci sono due mondi: quello visibile col sole che sorge e tramonta, con la gente che va al lavoro, le auto sulle autostrade, e quello invisibile con le forze benigne e maligne che lottano per il potere, governate dall'energia. Un evento particolare, un amore, un assassinio, un incidente d'auto, scatenano energia. Quanti si trovano presi in questo inferno della psiche sono avvolti nel fuoco e non possono farci nulla. (cfr. l'articolo Quei maledetti sette giorni di Stefania Barile, Radiocorriere TV n. 44, novembre 1992).

LA PROPOSTA ALL'ABC


Così Lynch ricorda la sceneggiatura che, insieme a Frost, propose alla ABC:
Il tema principale era il mistero di chi ha ucciso Laura Palmer, che però poi sarebbe scivolato leggermente in secondo piano a favore degli altri abitanti della città e dei loro problemi. Ogni settimana l'episodio si sarebbe concentrato su alcuni aspetti. Il progetto era di mescolare un poliziesco a una soap opera. Avevamo disegnato una piantina della città e conoscevamo la posizione di ogni cosa; questo ci aiutò a stabilire l'atmosfera dominante e ciò che vi sarebbe accaduto. È difficile dire come Twin Peaks sia diventato Twin Peaks. Forse non sapevamo nemmeno noi che cosa fosse. Ma alla ABC dissero che volevano fare il pilot. (cfr. pag. 225 del sopracitato libro di Rodley).
Radiocorriere TV n. 4,
gennaio-febbraio 1991

In seguito, Robert Iger, responsabile dell'ABC, dichiarò: "Abbiamo rischiato, sperando che i telespettatori si aprissero alle novità e ai paradossi di Lynch" (cfr. l'articolo Quando la soap diventa thriller di Venanzio Ciampa, in Radiocorriere TV n. 4, febbraio 1991). Per il lancio promozionale della serie negli USA e nel resto del mondo, l'ABC decise di puntare proprio sul mistero dell'identità dell'assassino di Laura, formulando la frase di lancio "Chi ha ucciso Laura Palmer?". Essa, da un lato contribuì ad attirare l'attenzione e l'interesse del pubblico, ma dall'altro ebbe anche degli effetti negativi poiché, nel corso della messa in onda, gli spettatori erano sempre più impazienti di conoscere l'identità del colpevole, ritenendo che fosse quello l'unico motivo per cui valesse la pena seguire il telefilm, trascurando invece le vere intenzioni di Lynch e Frost, esplicitate dal secondo in questa sua dichiarazione, rilasciata quando gli ascolti della serie iniziarono a scendere negli USA: "Vogliamo che gli spettatori comincino a rendersi conto che nel telefilm non c'è soltanto Laura Palmer" (cfr. l'articolo Calo in USA - Ombre scure per il futuro, di Giuseppe Ballaris, La Stampa, 17/01/1991). Pur di venire a conoscenza dell'identità del colpevole, negli USA, alcune persone erano disposte ad andare alla ricerca della vhs edita dalla Warner Bros. in alcuni paesi europei, dove all'episodio pilota di Twin Peaks erano stati aggiunti circa 20 minuti in cui si credeva che venisse fatta chiarezza sull'omicidio di Laura Palmer.


LE RIPRESE DEL PILOT


Radiocorriere TV n. 7,
febbraio 1991

Nell'arco di 24 giorni segnati da un forte freddo, vennero effettuate le riprese dell'episodio pilota di Twin Peaks, durante le quali Lynch seppe prestare molta attenzione ad alcuni imprevisti e alla scelta delle location in cui filmare, come la vecchia segheria - in cui lavorava una donna addetta al controllo dei ceppi tagliati, fonte di ispirazione per il personaggio della "signora ceppo" presente nel telefilm - che si vede nella sigla di testa e che esprime il forte interesse di Lynch verso le fabbriche (presente in molte sue opere e ben approfondito nel documentario Lynch, 2007, di black AND White), da lui così motivato: "le macchine mi appassionano, le amo profondamente: rappresentano la forza, l'energia... Davanti alle macchine, in una fabbrica per esempio, ho l'impressione di trovarmi di fronte alla potenza stessa... Sono anche come una musica, perché sono orchestrate... Un martello cade, un pistone sale, qualcos'altro si muove, si solleva, ecc... Mi piacciono i martellamenti, il fuoco, il vapore, il fumo, il metallo, la varietà dei materiali. E le fabbriche sono fatte per costruire e non per distruggere" (cfr. David Lynch di Riccardo Caccia, Il Castoro, edizione del 2000, pag. 9). A questo suo interesse, va aggiunto che gli alberi e il legno che Lynch apprezza maggiormente sono i Douglas fir - noti in Italia col nome di "l'abete di Douglas" o di "douglasia costiera" -, citati nel corso di un dialogo tra l'agente dell'FBI Dale Cooper e lo sceriffo Harry Truman, durante l'episodio pilota.



Il logo della serie nell'episodio pilota

Riguardo alla vecchia segheria, essa venne demolita circa due mesi dopo l'arrivo di Lynch e della sua troupe, e, malgrado le diverse intenzioni iniziali del regista, le immagini girate al suo interno (come le lame della sega), vennero inserite nella sigla di testa del telefilm, della quale esistono due versioni: nella prima, quella utilizzata per l'episodio pilota, vi sono più immagini dei macchinari interni della segheria e il titolo "Twin Peaks" appare sovrimpresso alle immagini delle lame in azione, mentre nella seconda edizione della sigla, le immagini dei macchinari della segheria sono più brevi e il logo "Twin Peaks" appare nell'inquadratura dove è presente il cartello "Welcome to Twin Peaks".

Cd di Falling

Riguardo al celebre brano musicale composto da Angelo Badalamenti e utilizzato come sigla di testa del telefilm, si coglie l'occasione per indicarne il titolo, Falling (lett. "cadendo"), e per precisare che di esso esistono due versioni: quella strumentale e quella cantata da Julee Cruise con il testo scritto da Lynch. Queste due versioni del brano rappresentano in modo esemplare la natura ambigua della serie, che coniuga misteri e inquietudini (ben suggerite dalla versione strumentale) a storie d'amore (nell'edizione cantata dalla Cruise, Falling è appunto una canzone d'amore, in cui si allude all'espressione "falling in love", cioè all'innamorarsi). A questo link, è disponibile il videoclip ufficiale di Falling, contenente varie immagini del telefilm.

Grazie al successo internazionale di Twin Peaks, Falling è divenuto un brano estremamente popolare ed è molto probabilmente servito come fonte di ispirazione a Hideki Taniuchi e Yoshihisa Hirano per la creazione del brano strumentale Intoro (aka "Intro", inserito nel cd Death Note Original Soundtrack II edito nel 2007) appartenente alla colonna sonora della serie animata nipponica Death Note (2006-2007), come se ne può facilmente dedurre dal suo ascolto.

I ciambellotti nell'episodio pilota di Twin Peaks

Tornando a parlare di location della serie, oltre alla volontà di Lynch di creare ambienti che ibridassero gli anni '50 e '90, merita di essere ricordato il Double R Diner frequentato da molti dei personaggi principali e realmente esistente, al quale Lynch si affezionò molto: "Quando arrivammo là, la proprietaria - si chiamava Peggy, credo - faceva sì e no sei torte al giorno, forse meno. Dopo Twin Peaks ne faceva sessanta! Gli autobus scaricavano davanti al locale tedeschi, giapponesi, gente da tutto il mondo che entrava nel diner e prendeva caffè con torta alle ciliegie. Quel posto rimarrà per sempre sulle carte!" (cfr. pag. 227-228 del sopracitato libro di Rodley). Oltre al caffè e alle torte di ciliegie, che hanno acquistato una rilevanza crescente nel corso delle riprese, in quel periodo Lynch prediligeva molto anche i ciambellotti al cioccolato, facendo apparire anch'essi in un'ironica scena dell'episodio pilota.


IL FINALE ALTERNATIVO DEL PILOT


Per riuscire a realizzare con un budget adeguato le riprese dell'episodio pilota, Lynch è però costretto ad accettare alcune condizioni contrattuali che daranno origine al finale alternativo dell'episodio pilota - questa edizione del pilot venne distribuita in vhs, in Italia, dalla Warner nel 1991, presentandola come il "film tratto dal famoso serial televisivo" - e ad alcune delle successive e celebri svolte narrative che avverranno nel corso della realizzazione delle puntate successive. È lo stesso Lynch a raccontare come andarono le cose:
La ABC stanzia una certa cifra per il pilot, o per un episodio, ma, chissà perché, non è mai sufficiente; è quasi una regola. Per cui devi trovare un finanziamento per colmare il deficit; ciò significa che un'altra società deve metterci il resto dei soldi, che non sono poi moltissimi. In realtà è una truffa: in cambio della miseria che ti danno ottengono i diritti per tutto il mondo. Chi è furbo non accetterebbe mai, e farebbe l'episodio con i soldi della ABC. Un po' di buon senso! Ma nel nostro caso ci convinsero: "Si fa così e basta". In seguito, a lavorazione iniziata, mi diedero altre indicazioni. Me ne avevano già parlato, ma non gli avevo dato ascolto. Alzarono la voce sempre di più, finché capii: "Devi girare un altro finale. Ci vuole un finale per i mercati stranieri". Avevo sempre creduto che, se mi fosse mai capitato, avrei risposto: "Scordatevelo!". Chiunque, credo, si sarebbe limitato ad attaccarci un finale posticcio, ma con quale coraggio? Se una cosa esce con la tua firma deve avere un senso, giusto? (cfr. pag. 230 del sopracitato libro di Rodley).
Retro della vhs Warner 
Non ricordo con precisione l'ordine degli eventi, ma nel pilot c'era un uomo senza un braccio, Mike. Una sorta di omaggio alla serie tv Il Fuggitivo (The Fugitive) ["Il Fuggiasco", in Italia; serie statunitense prodotta negli anni '60 e trasmessa dalla ABC, in cui il protagonista è a caccia di un uomo con un braccio solo, che gli ha ucciso la moglie]. La sola cosa che doveva fare era uscire da un ascensore. Nient'altro. (...) Fu scritturato perché aveva solo un braccio, ma si rivelò un grande attore e una persona squisita! Sono cose che fanno riflettere. Un giorno, andando a lavorare, avevo scritto queste parole: "Fra le tenebre del passato futuro il mago brama di scrutare. Qualcuno recita, a metà tra due mondi: 'Fuoco - cammina con me'". Quel giorno dovevamo girare molte scene in un ospedale, e stavamo raccogliendo materiale per il finale che dovevamo fare. Tastavamo il terreno. Arrivano Cooper e Truman e trovano questo Mike che pronuncia quei versi nel buio quasi completo, con una voce fantastica. (...) Fu più o meno così che venne fuori tutta la faccenda di Killer Bob. (cfr. pag. 232 del sopracitato libro di Rodley).
Sarah scende le scale, durante la sua "visione/incubo" nel "finale alternativo"

Questo finale alternativo aggiunto all'episodio pilota, ha inizio quando la madre di Laura Palmer, Sarah, ha una sorta di visione o di incubo. Nell'edizione a tutti nota dell'episodio, la donna vede delle mani che ritrovano l'altra metà della catenina a forma di cuore che apparteneva a sua figlia, mentre nel finale alternativo la donna rievoca il momento in cui era andata a cercare Laura nella sua camera da letto, al piano di sopra, senza trovarla, per poi scendere le scale. Durante questa visione - in cui l'audio è distorto (il modo in cui chiama "Laura" sembra rassomigliare alla voce femminile distorta che si sente provenire dalla casa dei Palmer/Tremond alla fine dell'edizione originale dell'ep. 18 della terza serie), e Sarah sembra muoversi al rallentatore -, ai piedi del letto di Laura appare improvvisamente un uomo misterioso coi capelli lunghi, la cui presenza spaventa fortemente Sarah e ne spinge il marito ad informare, con una telefonata, Lucy Moran, l'assistente dello sceriffo Truman.



Bob appare a Sarah ai piedi del letto di Laura, nel "finale alternativo"

L'apparizione di questo uomo misterioso è in realtà dovuta ad una serie di errori avvenuti durante le riprese, in cui Frank Silva, assistente dello scenografo, si trovava per caso in quella stanza per poi apparire, erroneamente, anche riflesso in uno specchio mentre veniva girata la scena in cui la madre di Laura si sveglia spaventata dall'incubo legato a sua figlia. Per via di queste casualità, Lynch decise di servirsi di Frank Silva come attore, filmandolo, in una ripresa panoramica all'interno della camera di Laura Palmer, ai piedi del letto della ragazza, senza aggiungervi null'altro e senza avere del tutto chiaro come sviluppare questo spunto, che si rivelò però fondamentale nel prosieguo delle riprese del finale alternativo e degli altri episodi della serie, in quanto Frank Silva divenne l'interprete di Bob, uno spirito malvagio appartenente ad un'altra dimensione, la Loggia Nera.



La madre di Laura e il volto di Bob, riflesso nello specchio

Tornando al prosieguo del finale alternativo, in esso Cooper viene svegliato nella notte dalla telefonata di Mike, l'uomo con un braccio solo, che lo invita a raggiungerlo in ospedale, nella stanza in cui l'agente aveva esaminato il corpo di Laura. Subito dopo, Coop riceve una seconda telefonata da Lucy che lo informa della visione di Sarah, spingendolo a incidere sul suo registratore questa riflessione: "Quando due eventi, due fatti riguardanti la stessa indagine si verificano simultaneamente, dobbiamo sempre considerarli con la massima attenzione". Questo modo di ragionare di Cooper viene ripreso nella quinta puntata della prima serie di Twin Peaks, quando, dopo aver ricevuto una telefonata del suo superiore Gordon Cole che gli riferisce che i segni sulle spalle del corpo di Laura possono essere stati procurati da un pappagallo o da una gracula religiosa (nota anche come "merlo indiano", "mainate" o "maina" in Italia, e come "myna" negli USA), e poco dopo aver sentito Andy scoprire che la gracula religiosa Waldo appartiene a Jacques Renault, Cooper afferma: "Quando due fatti separati vengono a coincidere durante lo svolgimento di una stessa indagine, bisogna sempre prestare la massima attenzione".

Cooper riflette su due fatti simultanei durante un'indagine
Immagine tratta dal "finale alternativo"

Mike, Truman e Cooper nella stanza dove c'era il corpo di Laura Palmer
Immagine tratta dal "finale alternativo".

Nel prosieguo del "finale alternativo", Cooper e Truman raggiungono l'ospedale dove Mike, al buio poiché il tubo fluorescente per illuminarla non funziona, fa loro questo discorso, derivante dalle parole che si era appuntato Lynch:

Nell'oscurità di un futuro passato, il mago desidera vedere. Un uomo canta una canzone tra questo mondo e l'altro. Fuoco cammina con me. Noi viviamo tra la gente, tu lo chiameresti un negozio conveniente. Noi ci viviamo sopra. Proprio così, come lo vedi tu. Il mio nome è Mike ed il suo... il suo è Bob (...) Stavo cercando Bob. Lui certe volte lavora in mezzo agli infermi, ai feriti di ogni specie. Io lo stavo cercando signor Cooper, da più di un anno. Aspettavo che Bob venisse allo scoperto. Ho saputo che vorreste avere notizie sulle sue attività recenti. Anch'io sono stato toccato dall'essere infernale. Ho un tatuaggio sulla spalla sinistra, ma il giorno che vidi il volto di Dio, divenni un altro e mi staccai da solo il braccio intero. (...) Lui è qui, proprio qui, lo troverete giù nel sotterraneo.
Quelle parole sono presenti, seppur in forma parziale e rielaborata (le frasi omesse sono quelle non in grassetto), nel terzo episodio del telefilm, durante un sogno dell'agente Cooper, anche se tradotte in modo diverso ed errato nell'edizione italiana della puntata (qui si trova la spiegazione dell'errore), dove la frase "un uomo canta una canzone tra questo mondo e l'altro" si trasforma in "non esiste che un'opportunità tra questo mondo e l'altro". Va inoltre aggiunto che il riferimento a "un futuro passato", è legato ad uno spunto narrativo che purtroppo Lynch non riuscì mai a sviluppare nel corso delle prime due serie del telefilm, ma solo a partire dal film Fuoco cammina con me (1992), il prequel della saga.


Mike, durante il suo monologo

Tornando al finale dell'episodio pilota, Mike riconosce Bob nel secondo identikit che gli mostrano Cooper e Truman, corrispondente all'aspetto dell'uomo visto, durante la sua visione, dalla madre di Laura. Mike informa i due uomini che troveranno Bob nel sotterraneo dell'ospedale, dove ci sono le caldaie. Quando Cooper e Truman giungono nel sotterraneo, Bob - in alto sul suo braccio sinistro si può scorgere un tatuaggio composto dalle parole "FIRE walk with me", cioè "FUOCO cammina con me" -, che ha creato sul pavimento un cerchio con delle candele, non oppone loro nessuna resistenza, dicendoli: "Salve, benvenuti nel rifugio dell'assassino. Scendete, non vi farò alcun male. Venite avanti. C'è anche Mike con voi? Ohhh, avrei tanto voluto cantare insieme a lui come facevamo tempo fa. Mike, Mike, puoi sentirmi? Testa vince, croce perde, corri, corri criminale. La notte scende, il giorno sale, ti catturerò, con il mio sacco mortale". 
Bob rivela che le lettere ritrovate sotto le unghie dei corpi di Laura Palmer e di un'altra sua vittima, Teresa Banks, indicavano "Robert", cioè il suo nome di battesimo. Dopo questa rivelazione, Bob aggiunge: "Forse penserete che io sia impazzito, ma vi faccio una promessa: tornerò a uccidere ancora". Come nel caso del sopracitato discorso di Mike, anche le parole di Bob vennero inserite in modo parziale (quelle mancanti sono quelle non in grassetto) all'interno del sogno di Cooper nella terza puntata della prima serie.


L'incontro tra Bob, Cooper e Truman nel "finale alternativo"

Tornando al racconto del finale, Mike, giunto nelle caldaie, spara improvvisamente a Bob, provocando la sua stessa morte, in quanto viene lasciato intendere che le esistenze dei due fossero strettamente collegate l'una all'altra, e che la morte di uno di loro avrebbe di conseguenza provocato anche la morte dell'altro. Il legame tra i due è suggerito anche dal sopracitato tatuaggio di Bob sul braccio sinistro, l'arto mancante di Mike, che se lo amputò da solo. Nel prosieguo della saga, sarà invece il nano (evolutosi in un albero nella terza serie) a essere identificato come il "braccio" di Mike, in particolare a partire dal film Fuoco cammina con me (cfr. questo articolo del blog).


Bob e il tatuaggio sul suo braccio sinistro: FIRE walk with me


Zoom sul dettaglio del tatuaggio di Bob

A questo punto del finale, Cooper dice "Esprimi un desiderio" e un vento misterioso spegne le candele sul pavimento. Nell'inquadratura successiva Cooper appare visibilmente invecchiato, poiché sono trascorsi 25 anni, come indicato dalla scritta "Twenty-Five Years Later" ("25 anni dopo") - essenziale per comprendere gli eventi e ricollegarla all'ultima puntata della seconda serie di Twin Peaks -, la quale è purtroppo assente nell'edizione italiana presente nella vhs, omettendo così l'informazione sul collocamento temporale di quella sequenza.



Dall'edizione originale: la scritta "25 anni dopo"


Dall'edizione italiana in vhs: omessa la scritta "25 anni dopo"


Dall'ultima puntata della seconda serie di Twin Peaks
Laura e il riferimento a rivedersi tra 25 anni.

La sequenza ambientata 25 anni dopo, mostra Cooper seduto in una stanza dalle tende rosse, dove ci sono anche un misterioso nano (indicato come "man from another place", nei titoli di coda) e una donna molto somigliante a Laura Palmer, la quale sarebbe la cugina del nano, come affermato da quest'ultimo, il quale poi aggiunge che lei sembra "quasi uguale" a Laura Palmer. A questo punto Cooper si rivolge alla donna chiedendole se lei è Laura Palmer, ma la risposta che ottiene da lei è la seguente: "Sento di conoscerla, ma certe volte le mie braccia si piegano all'indietro" (questo dialogo tra Cooper e la donna si ripete nell'ep. 2 della terza serie). Il nano aggiunge: "Lei conosce tanti segreti. Viviamo in un posto dove gli uccelli cantano un grazioso motivo e c'è sempre tanta musica nell'aria" (in originale: "She's filled with secrets. Where we're from, the birds sing a pretty song, and there's always music in the air"). Dopo queste parole, il nano inizia a danzare, mentre la donna si avvicina a Cooper, lo bacia sulle labbra e gli sussurra delle parole all'orecchio, inudibili per lo spettatore.



Dale Cooper, il nano e una donna simile a Laura Palmer nella Stanza Rossa

Le parole del nano che si riferiscono alla donna che è "sua cugina".
Notare la parola "almost", cioè "quasi".

Le parole della donna che alludono a Laura Palmer.
La stessa frase è ripetuta dalla donna nell'ep. 2 della terza serie

Come nel caso dell'ideazione di Bob, David Lynch, sul punto di ultimare la lavorazione dell'episodio pilota, si affidò a intuito e improvvisazione per la creazione della Stanza Rossa, la quale, oltre ad avergli offerto la possibilità di lavorare con l'attore nano Michael J. Anderson che lo aveva colpito per i suoi vestiti bizzarri - quando Lynch lo incontrò per la prima volta, Anderson indossava scarpe ed abiti dorati -, si ricollega per varie ragioni anche ad alcuni elementi (scenografici e surreali) presenti nel primo film del regista, Eraserhead - La mente che cancella (1977), come da lui stesso ricordato:
In Eraserhead doveva esserci un barbone che vendeva matite, e volevo che parlasse in modo strano. Nel 1971 Alan Splet e io avevamo registrato la mia voce che diceva, più o meno: "Ho delle matite", e l'avevamo fatta scorrere a ritroso. Io avevo memorizzato la frase al contrario e poi l'avevo ripetuta: era perfetta! Mi ricordai di quell'episodio, conobbi Mike [Anderson, il futuro interprete di "man from another place"] e... vidi quella stanza, la Stanza Rossa. Tutto quanto, Cooper e il piccolo Mike. Così in seguito riprendemmo la scena al contrario, e non solo fu la scena più divertente che avessi mai girato, ma anche il risultato fu straordinario. Non sapevo che cosa significasse, ma s'integrava bene. Era stata girata per il finale della versione europea, ma mi aprì un gran numero di opportunità. (cfr. pag. 233 del sopracitato libro di Rodley)
Eraserhead - La mente che cancella
Il pavimento è simile a quello della Stanza Rossa in Twin Peaks

"Il finale poteva anche sembrare del tutto autonomo. L'ho rivisto non molto tempo fa. Succede tutto molto velocemente e comunque non c'è niente di veramente elaborato; erano tutte indicazioni per il futuro". (cfr. pag. 235 del sopracitato libro di Rodley). 
Recensione della vhs
Dal Radiocorriere TV n. 14, 1991


L'INSERIMENTO DEL FINALE ALTERNATIVO NELLA SAGA


Come già detto, gran parte delle scene del "finale" dell'edizione home video dell'episodio pilota, vennero inserite, in versione rielaborata e rimontata, al termine del terzo episodio della serie tv, durante il sogno di Cooper. All'inizio della puntata seguente, la quarta, Cooper parla del suo sogno a Truman e Lucy, spiegando che purtroppo non si ricorda il nome dell'assassino di Laura Palmer, ma facendo un racconto nel quale sono presenti dei riferimenti anche a quanto non mostrato direttamente dalle immagini oniriche della terza puntata e che rimandano pertanto al "finale alternativo", dato che Cooper cita la presenza di Lucy e Truman nel sogno:
Harry, il mio sogno è un codice che deve essere decifrato. Decifrato il sogno, risolto il caso. (...) Nel mio sogno, Sarah Palmer ha la visione dell'assassino di sua figlia. L'agente Hawk ne schizza il ritratto. Mi chiama al telefono un uomo senza un braccio di nome Mike. L'assassino si chiama Bob. (...) [Cooper specifica che non si tratta di Mike Nelson e Bobby Briggs, i ragazzi di Donna Hayward e Laura] Un altro Mike e un altro Bob. Dicono di vivere sopra a un negozio e hanno un tatuaggio: FUOCO, cammina con me. Mike non voleva più ammazzare e si era tagliato il braccio. Bob promette di uccidere e Mike gli spara. (...) Erano passati ben 25 anni, ero vecchio. Sedevo in una stanza rossa. C'era un nano vestito di rosso e una donna bellissima. Il nano diceva che la mia gomma preferita era tornata di moda e mi faceva notare come sua cugina fosse uguale a Laura Palmer. (...) La donna bellissima, lei conosce tanti segreti, a volte le sue braccia si piegano all'indietro. Vive in un posto dove gli uccelli cantano un grazioso motivo e c'è sempre musica nell'aria. Il nano cominciò a ballare e la donna mi sussurrò il nome dell'assassino all'orecchio. (...) Non me lo ricordo. (...) Harry, è un lavoro semplice: decifrato il sogno, risolto il caso.
Cooper parla del suo sogno a Truman e Lucy
Dall'ep. 4 della prima serie.

Nel corso della quinta puntata della prima serie, Cooper ripensa al suo sogno quando lui e Truman parcheggiano davanti a una stazione di servizio che fa ricordare all'agente dell'FBI il "negozio conveniente" di cui parlava Mike nel sogno.


Cooper si ricorda del suo sogno e ne parla a Truman.
Dall'ep. 5 della prima serie.

Il sogno di Cooper si rivela determinante nella risoluzione dell'omicidio di Laura Palmer, come risulta dall'ep. 9 della seconda serie. In esso, Cooper si reca con Donna e il poliziotto Andy Brennan a fare visita alla casa dell'anziana signora Tremond, la quale risulta però essere misteriosamente scomparsa, sostituita dalla figlia che dice loro che sua madre è morta da 3 anni, il che è del tutto irrazionale poiché Donna era andata da lei nell'ep. 2 della seconda serie, conoscendone anche il misterioso nipote. La figlia della Tremond consegna a Donna una busta, contenente una pagina strappata del diario di Laura, dalla cui lettura Cooper comprende come lui e Laura abbiano fatto lo stesso sogno, ambientato in una stanza rossa dove entrambi si trovavano insieme a un nano. Grazie a questa consapevolezza, Cooper poi si ricorda delle parole che Laura gli aveva sussurrato all'orecchio e riesce a imprigionare il colpevole nel corso della puntata.

Donna, Andy e Cooper, dopo la visita alla casa della signora Tremond
Dall'ep. 9 della seconda serie

Si segnala, inoltre, che la circostanza del mistero legato alla signora Tremond (donna che, insieme al nipote, appartiene al gruppo di spiriti della Loggia Nera), si ripropone in modo simile anche nel film Fuoco cammina con me, dove appare anche con un cognome "alternativo": Chalfont. All'inizio del film viene spiegato come l'anziana donna e il nipote vivessero in una roulotte, come raccontato da Carl Rodd a Cooper: "Ci viveva una vecchia, insieme a suo nipote. (...) Ora che ci penso si chiamavano Chalfont anche quelli che avevano affittato questa piazzola prima di loro. Due Chalfont. È strano, eh?". Poco dopo, Cooper trova anche la scritta "Let's Rock!" sul parabrezza di un'auto, cioè le stesse parole pronunciate dal nano nel "finale alternativo" dell'episodio pilota e inserite nel sogno dell'agente Cooper nella terza puntata della prima serie.

Dal "finale alternativo" dell'episodio pilota, inserito nel sogno di Dale Cooper
Le parole del nano, scritte sull'auto dell'agente scomparso Chester Desmond
Dal film Fuoco cammina con me

Nuovamente i cognomi Chalfont/Tremond riappaiono in una circostanza simile nel finale dell'ep. 18 della terza serie, dove una donna chiamata Alice Tremond dice di aver comprato una casa dalla precedente proprietaria, il cui cognome è Chalfont.
Sempre nel corso della terza serie, appare un personaggio chiamato Charlie, il cui volto è simile a quello dell'uomo rappresentato nel primo identikit mostrato da Cooper e Truman a Mike nel "finale alternativo" dell'episodio pilota.

Il primo identikit mostrato a Mike

L'identikit somiglia al volto di Charlie, personaggio della terza serie

Anche le immagini su cui scorrono i titoli di coda dell'ep. 18 della terza serie alludono a quelle del "finale alternativo", come si evince dal seguente confronto:


Dall'edizione italiana dell'episodio pilota in vhs


Cooper e una donna che potrebbe essere Laura
Dal finale dell'ep. 18 della terza serie

Si noti come anche l'ultimo episodio della seconda serie e il film Fuoco cammina con me si concludano in modo simile al "finale alternativo", mostrando immagini che si riferiscono al rapporto Laura/Cooper e alla loro presenza all'interno della Stanza Rossa:



Laura riflessa sulla tazzina di caffè di Dale Cooper
Dalla conclusione dell'ultimo episodio della seconda serie di Twin Peaks

Laura e Cooper nella stanza rossa.
Dal finale di Fuoco cammina con me

Per concludere si sottolineano altri aspetti importanti inseriti all'interno dell'episodio pilota e poi ripresi nel corso della saga:

- La lettera "J.", citata nell'ultima pagina scritta del diario di Laura Palmer (23 febbraio), e che nel corso della saga è associabile a personaggi (James Hurley, Leo Johnson, Jacques Renault, ecc...), luoghi (il One Eyed Jack's, o l'Eat at Judy's), e persino a un'entità misteriosa (Judy/Jowday).


- L'omicidio commesso da Bobby Briggs, che Laura confidò a James prima di essere uccisa, raccontato dal motociclista a Donna nell'episodio pilota. La circostanza del delitto, a cui assiste Laura, è mostrata nel corso di Fuoco cammina con me, dove la vittima (Cliff Howard, vice-sceriffo a Deer Meadow e spacciatore di cocaina) viene colpita alla testa da una pallottola sparata dalla pistola di Bobby. Verso la conclusione del film, Laura parla di ciò che è accaduto a James, per poi correre da sola a piedi nel bosco. La stessa scena del film con Laura e James è inserita nella puntata 17 della terza serie di Twin Peaks, dove assume un significato più articolato e complesso, dato che in seguito, nel corso della puntata 18, è mostrato un uomo morto da diverso tempo, anch'esso colpito alla testa.


L'omicidio commesso da Bobby
Dal film Fuoco cammina con me

Le parole di Laura in Fuoco cammina con me riprese nell'ep. 17 della terza serie

- Il legame tra Bob, gli infermi e i "feriti di ogni specie", citato da Mike nel "finale alternativo". Questo dettaglio sembra ricollegarsi al luogo in cui compare per la prima volta il Dale Cooper malvagio nella prima puntata della terza serie, e "all'origine" di Bob raccontata nell'ep. 8 della terza serie, collegata all'uso della bomba atomica, una sequenza accompagnata dal brano Trenodia per le vittime di Hiroshima di Krzysztof Penderecki.


- L'allusione fatta da Bob ai due volti di una moneta nel corso del "finale alternativo": "Testa vince, croce perde, corri, corri criminale". A queste parole può corrispondere il "gioco magico" con una moneta fatto da Red nell'ep. 6 della terza serie, dove nuovamente "testa vince, croce perde", e ad essere sconfitto è Richard Horne (considerabile come un "Robertson", cioè un "figlio di Robert/Bob"), che in quella puntata poi investe mortalmente un bambino con il suo veicolo.

Si rammenta, infine, come la ripetizione di un simbolo, di una lettera, di una stessa scena, di uno stesso suono, di una canzone o di altri elementi, nell'ambito delle arti possa svolgere un ruolo determinante e polivalente, come si evince dalle seguente dichiarazione dell'artista Keith Haring, tratta dal documentario The Universe of Keith Haring (2007) di Christina Clausen:
Ho imparato dalla semiotica a ripetere certe cose, perché la ripetizione dà loro importanza e senso. Trasforma un segno in qualcosa di completamente diverso.
Ciò che accade nel resto delle puntate della saga di Twin Peaks e il progressivo incremento della presenza di elementi soprannaturali, è noto a tutti i suoi spettatori e cultori, anche se potrebbe riservare qualche ulteriore sorpresa, perché non solo i gufi non sono ciò che sembrano nel mondo di Twin Peaks e nel cinema di David Lynch...


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