mercoledì 14 agosto 2013

Capitan Harlock, il pirata spaziale di Leiji Matsumoto



La sera del 9 aprile 1979 appare per la prima volta su Rete 2 (l’attuale Raidue), un’enorme astronave che viaggia nello spazio sventolando una bandiera pirata, segnando il debutto della prima serie tv di Capitan Harlock, il più noto dei personaggi ideati dal fumettista nipponico Leiji Matsumoto, autore di altre celebri opere come Galaxy Express 999, Starzinger e La regina dei 1000 anni.


Presentato da Rita Pavone, Capitan Harlock (Uchu Kaizoku Kyaputen Harokku, lett. "Il pirata spaziale Capitan Harlock", 42 puntate, trasmesse dal 14/03/1978 al 13/02/1979 in Giappone) debutta all’interno di Buonasera con… un programma contenitore in cui, un anno prima (il 4 aprile 1978), aveva esordito un'altra famosa produzione nipponica: Atlas Ufo Robot - Goldrake (1975-1977). Con l’arrivo di Goldrake, i giovani italiani avevano cominciato ad avvicinarsi alle opere animate giapponesi, rimanendo affascinati da quei prodotti così innovativi e così diversi rispetto a quanto visto fino ad allora all’interno della tv dei ragazzi.

Kazuo Komatsubara

Non del tutto erroneamente, Harlock viene presentato al pubblico italiano come l'“erede di Goldrake”, per via della loro comune origine nipponica, della loro appartenenza al genere fantascientifico e del fatto che entrambi affrontino il tema dell'invasione aliena. Oltre a queste analogie facili da cogliere, ve ne sono altre più profonde e meno note: ambedue le serie sono prodotte dalla Toei Animation; ad entrambi gli anime ha lavorato Kazuo Komatsubara, character designer (per Goldrake degli episodi 1/48) e direttore dell'animazione di varie puntate di ambo le serie (sue, ad esempio, le animazioni della prima puntata di Goldrake e di Harlock); ulteriore punto in comune, è la presenza dello sceneggiatore Shozo Uehara (1937-2020), autore anche del cortometraggio "pilota" di Goldrake ("Uchu Enban Daisenso", 1975) e di ben 21 puntate di Harlock (si tratta degli episodi: 1-3, 5-8, 13-16, 24, 27, 30-31, 34-35, 37, 40-42; le altre 21 sono invece firmate da Haruya Yamazaki [1938-2002]).


Sebbene l'edizione italiana di Harlock sia vittima di censure di vario genere (come tagli ai dialoghi in cui si avanzano critiche al Governo, o l'eliminazione di alcune scene horror) che giungono persino a stravolgere profondamente il finale dell'ep. 16, questa serie riesce comunque a conquistare una grossa fetta di pubblico, formata non più solo dai giovanissimi, ma anche da adulti, colpiti da quel protagonista ribelle, malinconico e atipico per un cartone animato.

Dalla sigla di testa giapponese di Harlock

La storia dell’anime ha inizio nel 2977
e ci mostra un futuro in cui il nostro pianeta si è definitivamente globalizzato sotto la guida di un unico Governo. Anche il progresso scientifico ha raggiunto livelli tecnologici inimmaginabili, che donano alla razza umana la possibilità di vivere in un’epoca di pace e prosperità. Tuttavia il degrado ambientale e l’apatia indotta elettronicamente dal Governo attraverso le onde radio della televisione, hanno trasformato il nostro pianeta in un mondo grigio, dove regna il totale disinteresse degli uomini verso i reali problemi che affliggono l’umanità. Per la maggior parte degli uomini non esistono più ideali, sogni o obiettivi per cui battersi e con cui dare un reale significato alla propria esistenza. Non tutti però sono sprofondati nella noia e nell’apatia, come nel caso di alcune persone che hanno scelto di vivere lontano dalla Terra, su di un’astronave chiamata Arcadia (“Alkadia” nell’edizione italiana), guidata dal pirata spaziale Capitan Harlock. Quest’ultimo, nonostante il disprezzo che nutre verso il Governo e i suoi rappresentanti, continua ad amare il nostro pianeta, sul quale vive la piccola Mayu, figlia del defunto costruttore dell’Arcadia. Per amore della sua patria e per l’affetto che lo lega a quella bambina, Harlock si schiera contro il misterioso e spietato popolo alieno del pianeta Mazone, guidato dalla regina Raflesia. L’esercito agli ordini di quest’affascinante sovrana, è formato da bellissime creature dall’aspetto femminile, decise a tutto pur di conquistare la Terra, giungendo a colpire gli esseri umani anche nei loro affetti più cari, sfruttandone i sentimenti per annichilirli.


Mayu

In seguito alla caduta sul nostro pianeta di un’immensa ed oscura sfera gigante in cui sono incisi simboli che rimandano al passato della civiltà umana, il professor Daiba (da noi “Dayu”) cerca di avvertire il Governo della minaccia aliena, ma nessuno gli presta attenzione, facendolo diventare un facile bersaglio per le mazoniane, decise ad uccidere chiunque si opponga al loro imminente arrivo. Sconvolto dalla morte del proprio padre e deluso dal comportamento dei terrestri, Tadashi, il figlio di Daiba che in precedenza aveva perso anche la propria madre, entra a far parte dell’equipaggio dell’Arcadia. La rabbia espressa da Tadashi verso il Governo che si manifesta nell'ep. 4 è rimasta però parzialmente vittima della censura in Italia, che ha tagliato sue affermazioni come "Persino il Primo Ministro è solo un vigliacco!", o come "Siete tutti dei vigliacchi! Irresponsabili! Incapaci! Siete la feccia dell'umanità!".


Vhs della prima serie di Harlock

L’anime è basato sull’omonimo manga di Matsumoto e ne riprende in modo abbastanza fedele tematiche e ambientazioni, prestando una maggiore attenzione all'approfondimento interiore dei personaggi principali. Mentre nel manga Harlock appare più enigmatico e sicuro di sé, nell’anime la sua personalità è resa più comprensibile dalla presenza della piccola Mayu (assente nel manga), la bambina - figlia del defunto costruttore dell’Arcadia, Tochiro Oyama, noto anche come “Tokiro” o “Toshiro” in Italia -, che incarna il legame che ancora unisce il pirata spaziale al pianeta Terra e che ha i capelli dello stesso colore che contraddistingue il nostro pianeta, il blu. Grazie alla presenza della bambina, Harlock acquista un aspetto paterno oggetto di contestazione in Giappone, poiché molti fan del manga protestarono contro l’inserimento di Mayu nella serie tv.


Un altro personaggio creato appositamente per la versione animata è Mitsuru Kiruda (“Kirita” nella nostra edizione), comandante dell’esercito terrestre e consigliere del Primo Ministro. Kiruda rappresenta inizialmente il principale ostacolo agli incontri tra Harlock e Mayu, ma, nel corso della serie, resta profondamente colpito dal legame affettivo che unisce il pirata alla bambina e, resosi conto del pericolo rappresentato dalle mazoniane, inizierà a collaborare con Harlock.

Mitsuru Kiruta (Kirita in Italia)

La regina Raflesia, invece, viene ripetutamente mostrata alle prese con profonde crisi interne al popolo mazoniano, che forniscono una rappresentazione più realistica del difficile viaggio spaziale intrapreso da queste creature - il loro pianeta natale è andato distrutto e ora viaggiano disperatamente verso la Terra, in cerca di un posto dove vivere -, e che donano a questa sovrana una personalità più sfaccettata. Raflesia è una donna di grande valore che non ama contraddirsi e che ha a cuore il suo popolo, ma, in diverse occasioni, è costretta a prendere delle amare decisioni rese necessarie dal precipitare degli eventi. A causa di Harlock, infatti, il viaggio del popolo mazoniano (o meglio, la loro emigrazione verso una nuova patria) diviene sempre più estenuante ed iniziano a verificarsi pericolose contestazioni ai voleri di Raflesia. Per impedire che le insurrezioni dilaghino e che avvengano violenti scontri tra i civili e i membri dell’esercito, Raflesia si trova costretta a dare ordini difficili, come l’uccisione delle mazoniane che cercano di ribellarsi o di sottrarsi alle sue volontà.


Raflesia

Lo scontro finale tra Raflesia e Harlock, narrato nell'ep. 41 ed assente nel manga, è stato vittima della censura in Italia e, anche se proposto in versione integrale nell'edizione in dvd della Yamato Video, non è di facile comprensione. Basti pensare che, senza che i dialoghi italiani lo chiariscano, esso si svolge in un luogo che allude ad un aspetto dell'aldilà buddista che riguarda le anime dei bambini morti prima dei loro genitori. Secondo il buddismo, esse raggiungono nell'aldilà le rive del fiume Sai (Sai no Kawara), una sorta di limbo in cui i piccoli defunti pregano e, nel tentativo di attraversare il fiume e raggiungere il paradiso, creano dei cumuli di pietre che vengono costantemente abbattuti da dei demoni. I bambini devono continuare ostinatamente a creare quei cumuli e pregare, finché non arriverà una divinità benevola (il bodhisattva Jizo) a difenderli dai demoni. Anche nel mondo terreno i genitori dei defunti possono fare dei piccoli mucchi di sassi davanti ad una statua di Jizo, in modo da conquistarne la grazia e convincerlo ad aiutare le anime dei propri figli nell'aldilà. Durante lo scontro tra Harlock e Raflesia, quest'ultima crea dei mucchi di sassi per le proprie "figlie" uccise (cioè le appartenenti al popolo che lei guida come una madre), mentre Harlock rappresenta il feroce demone giunto a distruggere i cumuli creati dalla sua avversaria, destinato a scontrarsi con le anime delle sue figlie. Questo aspetto dell'aldilà buddista è spesso citato in vari anime (ad es. nell'ep. 71 della serie tv del Galaxy Express 999), manga (I Cavalieri dello Zodiaco) e film, come il celebre horror visionario Jigoku (lett. "Inferno", 1960; inedito) di Nobuo Nakagawa.



Anche la bandiera pirata sfoggiata da Harlock come suo simbolo è stata spesso oggetto di fraintendimenti in Italia, poiché il suo vero significato è stato esplicitato solo da recenti interviste a 
Matsumoto, in cui l'autore ha affermato che la bandiera col teschio rappresenta la ferrea volontà di Harlock di vivere secondo i propri ideali, perseguendo i propri obiettivi per i quali è pronto a morire e a farsi scarnificare il volto e il corpo.

Tadashi

Proseguendo con l'approfondire la prima serie di Harlock, notiamo che in essa vi è uno dei temi più ricorrenti nelle opere di Matsumoto, quello del viaggio spaziale formativo di un giovane a fianco di una persona adulta, che verrà poi sviluppato in modo definitivo in Galaxy Express 999. In Harlock è il giovane Tadashi che, dopo la perdita di entrambi i genitori, parte per lo spazio insieme al pirata. Inizialmente, nella mente di Tadashi alberga unicamente il pensiero di poter vendicare con ogni mezzo la morte del proprio padre, assalendo ed uccidendo qualsiasi avversario mazoniano incontri sulla sua strada. Tuttavia, un comportamento così aggressivo ed impulsivo lo rende una facile preda degli inganni mazoniani e, nel corso della guerra con quelle creature, il giovane si rende conto che, agendo senza riflettere, non fa che esporsi maggiormente alle trappole dei suoi avversari.

Captain Herlock: Endless Odissey

La prima serie animata di Harlock vede alla regia Rin Taro - regista dei primi due film dedicati al Galaxy Express e della serie OAV Captain Herlock: Endless Odissey (2002-2003), dalla quale Matsumoto ha preso le distanze imponendo il titolo "Captain Herlock" -, mentre la colonna sonora (privata delle canzoni nell'edizione italiana) è diretta da Seiji Yokoyama (1935-2017) - in seguito autore delle musiche dei Cavalieri dello Zodiaco - e, tra i vari brani strumentali che la compongono, un particolare riferimento va alla struggente melodia dell’ocarina (per un approfondimento su di essa, si rimanda a questo link). Suonata da Harlock nello spazio e dalla piccola Mayu sulla Terra, questa melodia rappresenta il legame esistente tra queste due persone, costrette a vivere separate per via del disprezzo che i membri del Governo nutrono verso il pirata spaziale; disprezzo che si ripercuote anche su Mayu, costretta a subire le angherie dei suoi coetanei e degli adulti che la considerano amica di un fuorilegge.


Foto e spartiti relativi alla creazione della colonna sonora nipponica della prima serie di Capitan Harlock
L'immagine proviene da un fascicolo inserito nel disco 33 giri in vinile pubblicato nel 2019 dalla Survival Research
Il titolo del disco è "Symphonic Suite Space Pirate: Captain Harlock" (info)

Da segnalare il fatto che l'ocarina sia uno strumento musicale di origine italiana, ideato da Giuseppe Donati (1836-1925) a Budrio (provincia di Bologna), il che rappresenta simbolicamente il legame tra il pirata spaziale ideato da Matsumoto e l'Italia.


Dall'Italia al Giappone: la storia dell'ocarina di Budrio
Recensione di un disco di musiche ocarinistiche tratta dal Radiocorriere TV n. 32 del 1981


Successivamente alla prima serie, Harlock è divenuto protagonista di altre opere animate, ma mai nessuna è riuscita finora ad eguagliare il fascino di quella prima versione. Delle apparizioni animate successive di Harlock, meritano particolare attenzione quelle in cui il personaggio, nelle edizioni giapponesi, è doppiato da Makio Inoue (1938-2019), la sua "voce" ufficiale giapponese presente, oltre alla prima serie tv, in: Galaxy Express 999 (serie tv, 1978-1981, episodi 79/81), Galaxy Express 999 - Il film (1979; qui appaiono per la prima volta l'Arcadia verde con il teschio bianco a prua, e l'uniforme completamente nera di Harlock), Addio Galaxy Express 999 - Capolinea Andromeda (1981), L'Arcadia della mia giovinezza (1982) film diretto da Tomoharu Katsumata (regista di Goldrake), Capitan Harlock SSX - Rotta verso l'Infinito (serie tv, 1982-1983), Queen Emeraldas (serie di 4 OAV, 1998-1999; solo i primi due sono stati doppiati in italiano). Riguardo al suo legame con Harlock, Inoue (celebre voce di Goemon Ishikawa in molti anime di Lupin III) ha scritto nella postfazione al terzo volume del manga Gun Frontier di Matsumoto (edito da Goen nel 2013): 

"Ai tempi della prima serie tv mi ammalai e fui sostituito per due settimane da un altro doppiatore [si tratta di Kan Tokumaru, che doppiò Harlock negli episodi 9 e 10]. Dall'intero paese arrivarono molte richieste di ascoltatori che, pensando che avessi rinunciato al ruolo, chiedevano a gran voce 'ridate Harlock a Inoue'. E ancora, durante la produzione di Queen Emeraldas, anche se Harlock aveva solamente una battuta, il maestro Matsumoto espresse il forte desiderio che fossi io a interpretarlo".
Tetsuro e Harlock, dal primo film del Galaxy Express 999

Di quel gruppo di interpretazioni di Inoue risulta particolarmente interessante quella della serie tv del Galaxy Express, dove al termine di un memorabile episodio in tre parti intitolato Il castello del tempo, si può tornare brevemente ad ammirare l’Arcadia blu presente nella prima serie tv di Harlock. Sempre in questo triplo episodio, inoltre, si parla per la prima volta dell’esistenza di quattro pistole leggendarie (chiamate “rivoltelle galattiche” nell’edizione italiana di questa serie), che appartengono ad Harlock, alla piratessa spaziale Esmeralda (nota anche come “Emeraldas” o “Emeralda”), a Maetel (“Maisha” nell'edizione italiana della serie tv del Galaxy) e a Tetsuro Hoshino ("Masai" Hoshino").


Le apparizioni di Harlock in Galaxy Express e l'esistenza di quelle quattro pistole, non sono che alcuni dei vari modi con cui Matsumoto ha collegato le sue opere fondendole in un unico universo narrativo, di cui la prima serie tv con protagonista Harlock rappresenta il miglior portale d’accesso.


Un giovane Leiji Matsumoto sulla copertina di una pubblicazione nipponica
(fonte)

N. B. Per ulteriori informazioni sulla saga di Capitan Harlock e, in particolare, per conoscere l'influenza del film francese Marianne de ma jeunesse (1955) su Leiji Matsumoto e sul film L'Arcadia della mia giovinezza, si consiglia la lettura di un articolo in due parti del blog, reperibile qui (la prima parte) e qui (la seconda). Per approfondire il legame di Matsumoto con il genere western si può invece consultare quest'altro articolo del blog. Per quello che riguarda la melodia dell'ocarina ("Mayu Theme") presente nella prima serie animata di Harlock, si rimanda a questo link, dove si parla anche della popolarità di questo strumento musicale in Oriente. Si segnala, inoltre, che il "Mayu Theme" è stato eseguito dal vivo, con accompagnamento orchestrale, all'Ocarina Festival Budrio 2019. Il video dell'esibizione è disponibile a questo link.
Per un approfondimento più ampio sul legame tra Leiji Matsumoto e la musica classica europea si segnala questo articolo del blog.

Nessun commento:

Posta un commento

Per informazioni sulla gestione della privacy degli utenti che decidono di postare un commento su questo blog, si rimanda a questa pagina del blog:
https://alemontosi.blogspot.it/p/cookie-privacy-e-policy.html